Il caffè è simbolo di convivialità, unione di storie e culture diverse. Ogni popolo, da sempre, scandisce le proprie giornate con il rituale del caffè.

Nel nostro immaginario il caffè per antonomasia è quello preparato con la Moka, che però nasce in Italia soltanto nel 1933 grazie all’ingegno di Alfonso Bialetti.

Ma le origini della Caffettiera sono ben più lontane e si perdono nella notte dei tempi. Molti di questi esemplari sono conservati all’interno della Fabbrica Museale Morettino, primo esempio di museo dedicato al caffè al mondo, che custodisce oltre mille strumenti legati alla nera bevanda. 

 

LE ANTENATE DELLA CAFFETTIERA

L’abitudine di bere il caffè si diffonde in Europa soltanto intorno al 1600, a seguito dell’assedio di Vienna da parte dei turchi.

Ma in Africa e nel Medio Oriente il caffè si beveva già da secoli. In Etiopia, terra d’origine della pianta del caffè, e in alcuni paesi dell’Africa il caffè veniva preparato tramite la Jebena, la più antica caffettiera al mondo. Questo metodo di preparazione viene usato anche ai giorni nostri e prevede un preciso rituale tramandato dalle donne etiopi da madre in figlia.

Spostandoci in Turchia, invece, il caffè veniva estratto con l’Ibrik e la leggenda narra che il primo caffè fu offerto da Allah a Maometto il quale, stremato dal caldo del deserto, riuscì a riprendersi e a sconfiggere 40 cavalieri.

Possiamo dire, quindi, che la Jebena e l’Ibrik siano un po’ come le nonne della Caffettiera per come la conosciamo noi.

In Europa non esisteva un vero e proprio metodo per preparare questa bevanda. Il metodo più comune era quello di far bollire il caffè nell’acqua e filtrare la bevanda così ottenuta. Il popolo europeo dovette aspettare il 1800 per vedere la prima caffettiera per come la intendiamo noi.

 

L’ORIGINE DELLA NAPOLETANA…IN FRANCIA!

La prima caffettiera in Europa fu inventata in Francia e da questo esemplare il popolo napoletano trasse spunto per costruire la caffettiera Napoletana.

Nel 1820, infatti, fu lo stagnino francese Jean-Louise Morize a brevettare la prima caffettiera a inversione a doppio filtro, che sarà di ispirazione decenni dopo per la nascita della Napoletana, conosciuta anche come “Cuccumella”, diventata una vera e propria icona dello stile di vita partenopeo.

 

ARRIVA LA MOKA

Negli anni Trenta, nelle case degli italiani la Napoletana inizia ad essere soppianta da uno strumento rivoluzionario: la Moka. A inventarla nel 1933 fu Alfonso Bialetti, industriale che operava nel settore dell’alluminio. Un piccolo strumento a pianta ottagonale, il cui nome è ispirato dalla citta di Mokha nello Yemen, diventerà presto simbolo dell’Italia nel mondo: un esemplare è infatti conservato nella collezione permanente del MoMa di New York.

In breve tempo la Moka divenne il metodo più usato in Italia per preparare il caffè in casa, scalzato soltanto nell’ultimo decennio dall’avvento delle macchine automatiche a cialde e capsule.

Quello che suggeriamo, però, è di scegliere un caffè macinato di alta qualità e riscoprire questo antico e suggestivo rituale, concedersi il giusto tempo e assaporare il gusto pieno di un buon caffè che sa di casa.