Cos’è una miscela di caffè? E cos’è invece una monorigine? Prima di addentrarci alla scoperta di questo affascinante mondo, bisogna fare un passo indietro fino al luogo in cui nasce il caffè: la piantagione.
In natura esistono circa 80 varietà di Coffea (il nome botanico della pianta di caffè), ma le più comuni sono la Coffea Arabica, chiamata semplicemente “Arabica”, e la Coffea Canephora, detta anche “Robusta”. Da sole queste due specie coprono il 90% della produzione mondiale di caffè.
L’Arabica cresce prevalentemente in altura e dà vita a caffè con sentori fruttati e floreali, dal gusto dolce e piacevole acidità. Contiene inoltre circa la metà della caffeina della Robusta.
La Robusta, invece, cresce a quote più basse e soprattutto in Africa centrale e Asia. Dà origine a caffè corposi, con bassa acidità e aromi caratteristici di cioccolato e frutta secca e ha un contenuto di caffeina maggiore dell’Arabica.
Entrambe le specie crescono nei paesi produttori che si trovano nella fascia tra il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno, in Africa, Asia, America centrale e America Meridionale.
Si parla quindi di “origini” per indicare non solo il paese di provenienza del caffè, ma anche la regione di produzione, fino ad arrivare nel dettaglio con l’indicazione della piantagione e del singolo produttore.
LE MISCELE
Le miscele sono le ricette speciali del torrefattore, che compone il blend mettendo insieme più origini di caffè. Ogni origine è caratterizzata da note e aromi ben precisi e il lavoro del bravo torrefattore sta proprio nel sapere bilanciare al meglio la composizione, per creare una bevanda armoniosa. La miscela potrà essere di Arabica e Robusta, ma anche di soli Arabica o di soli Robusta.
Ogni blend racchiuderà quindi le migliori note di ogni origine di caffè, dando vita ad un incontro simbolico tra culture e sapori di differenti parti del mondo.
Le miscele di Arabica e Robusta danno sicuramente il meglio di sé quando sono preparate in Espresso e in Moka. Il risultato sarà infatti un caffè dal buon corpo, ideale per il risveglio o per una carica di gusto.
LE MONORIGINI
Solitamente quando si parla di caffè monorigine si fa riferimento alle singole origini di Arabica d’altura, caratterizzate da una grande eleganza olfattiva e dalla spiccata acidità.
Per monorigine si intende il caffè coltivato in una singola e ben precisa area geografica. Ogni monorigine avrà quindi caratteristiche e proprietà molto diverse rispetto alle altre, essendo legate alle specificità del terreno in cui sono coltivate, all’altitudine, al clima, al metodo di lavorazione e all’ambiente che le circonda. Quello che nel mondo del vino viene definito terroir.
Ad esempio l’Ethiopia Yirgacheffe avrà un finale speziato, un Brazil Alta Mogiana una minore acidità e sentori di cacao, il Perù Cajamarca un retrogusto di caramello, l’India Bababudan note di mandorle, Costarica Tarrazù Tirra Honey sentori di piccoli frutti rossi e il Mexico Altura Bio piacevoli note di zucchero di canna e scorza d’arancia.
Per apprezzare al meglio le monorigini di Arabica il nostro consiglio è di prepararle attraverso i vari metodi di estrazione a filtro (Chemex, French Press, V60, ma anche la Moka), in modo da esaltare l’eleganza degli aromi di ogni singolo caffè. Il risultato sarà una bevanda da meditazione, molto più simile ad un infuso o a un the rispetto al caffè che noi italiani siamo abituati a bere. Un’esperienza di gusto davvero unica.